30 novembre 2021

Attori piloti (1): James Stewart

Una cosa che si nota studiando la storia del cinema d'aviazione è che in questi film compare un numero significativo di attori che furono essi stessi piloti. Due primeggiano come ampiezza della carriera e come coinvolgimento nell'aviazione: James Stewart e Tom Cruise. Per ora parliamo del primo.

James Stewart sulla copertina di Life del settembre 1945

James Stewart (1908-1997) ebbe una splendida carriera come attore, durata più di cinquant'anni in cui girò un'ottantina film, che comprendono film memorabili, come Mr. Smith va a Washington di Frank Capra, Scandalo a Filadelfia di George Cukor, i capolavori di Hitchcock tra cui La donna che visse due volte, passando per commedie, western, film d'azione e di quasi ogni altro genere.

Se ne parliamo qui, però, è perché diede contributi notevoli anche al nostro filone cinematografico. Al vostro umile archivista risultano:

  • Il viaggio indimenticabile (No Highway in the Sky, 1951) di Henry Koster, in cui interpreta, a fianco di Marlene Dietrich, un inventore sbadato ma geniale, unico a rendersi conto dei problemi tecnici di un nuovo tipo di aereo;
  • Aquile nell'infinito (Strategic Air Command, 1955) di Anthony Mann, a cui abbiamo già accennato parlando di film con le aquile nel titolo;
  • L'aquila solitaria (The Spirit of St. Louis1957) di Billy Wilder, anch'esso con le aquile, in cui Stewart interpreta Charles Lindbergh nel suo volo da New York a Parigi;
  • Il volo della Fenice (The Flight of the Phoenix, 1965) di Robert Aldrich.

Charles Lindbergh (James Stewart) viene a sapere dell'incidente occorso agli aviatori Wooster e Davis. Sullo sfondo, lo Spirit of St Louis in costruzione

Possiamo aggiungere il cortometraggio di propaganda del 1942 Winning your Wings, la voce narrante in Il leggendario X-15 (X-15, 1961) di Richard Donner, il ruolo secondario in 
Airport '77 (Airport '77, 1977) di Jerry Jameson e, volendo, anche La storia di Glenn Miller (The Glenn Miller Story, 1954) di Anthony Mann, in cui interpretò Glenn Miller, che durante la Seconda guerra mondiale fu capitano e poi maggiore dell'USAAF, come direttore di una banda per intrattenere le truppe, e che nel 1944 sparì durante un volo sulla Manica.

Ma forse non tutti sanno che James Stewart fu pilota civile (privato dal 1933, commerciale dal 1938) e poi soprattutto militare, come ufficiale dell'USAAF. Si arruolò volontario in aeronautica allo scoppio della Seconda guerra mondiale, nonostante per la normale carriera da cadetto superasse i limiti di età e, al primo tentativo, fosse al di sotto di quelli di peso.

Durante la guerra pilotò bombardieri B-24 Liberator in Europa, e rimase membro delle forze armate per 27 anni, volando ancora durante la guerra del Vietnam. Arrivò al grado di generale di brigata.

Fu uno degli assertori della necessità di far diventare l'aeronautica una forza armata a sé. Ricordo che, ancora per tutta la 2GM, l'USAAF – ancora non USAF – era, tecnicamente, l'aeronautica dell'esercito.

Come dimostrano quei film, e ancora di più la loro lavorazione, la carriera come attore e quella come pilota sono strettamente legate: per esempio, fu Stewart ad adoperarsi perché venisse realizzato il film su Lindbergh e in alcune scene è veramente lui a pilotare una replica dello Spirit of St Louis.


© Daniele A. Gewurz 2021 - Pubblicato il 30.11.2021

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