26 aprile 2021

Aviatori neri, impennaggi rossi: Red Tails, 2012

Ho visto di recente Red Tails, film del 2012 diretto da Anthony Hemingway e prodotto dalla Lucasfilm (l'ultimo film prodotto prima dell'acquisto da parte della Disney). George Lucas in persona intervenne significativamente nella lavorazione, e si vede.

I Mustang dalla coda rossa

L'intento (oltre a quello di fare soldi, come per tutti i film) è lodevole: ricordare i Tuskagee Airmen, gli aviatori (e personale di terra) quasi esclusivamente neri del 332d Fighter Group, le pesanti discriminazioni che subirono e i loro successi in combattimento. Il problema è che tutto ciò cozza pesantemente con la patina di finto che circonda il tutto, e non solo per via dell'uso della computer graphics.

Ma, intanto, la computer graphics. Avete presente quando si dice che il problema non è la grafica al computer in sé, ma solo quando è fatta male? Beh, qui è fatta parecchio male, e in vari modi diversi. Intanto, l'aspetto visivo degli aerei è fasullo. Sembra uscito da un bel libro di prospetti di aerei storici, ed evidentemente così è. E poi le formazioni, gli assetti e soprattutto certe manovre in cui gli aerei praticamente ruotano su sé stessi sanno di videogioco: non riescono a far sospendere la credulità neanche volendo. E questo sarebbe già male per un film puramente di avventure, ma se alternato a queste immagini di plastica (e con una musichetta enfatica in sottofondo) vediamo caccia abbattuti, bombardieri in pezzi e uomini che bruciano vivi, la cosa dà da pensare.

Capito cosa intendo per videogioco?

L'aura di finto che avvolge il film non finisce qui. La base degli aviatori protagonisti è in Italia (è la base di Ramitelli) e vicino c'è un pittoresco paesino. Si tratta in realtà di Rovinj, in Croazia. Uno dei protagonisti si innamora, riamato, di una bella ragazza italiana. Si tratta in realtà di Daniela Ruah, attrice portoghese-americana (e si sente dall'italiano stentatissimo, e sì che è importante, perché i due comunicano ognuno quasi solo nella propria lingua). E visto che parliamo della storia d'amore, è così legnosa e goffa che sembra scritta, interpretata e ripresa da una specie aliena che si riproduce per via asessuata e ha avuto accesso solo a un libro di biologia terrestre. (D'altronde Lucas è quello della scena del caminetto.)

Parliamo degli aerei, anche se sono tutti finti, a parte pochi a terra.

L'azione inizia nel 1944 e inizialmente i nostri sono dotati di caccia Curtiss P-40, in genere scarti di altri unità; riusciranno poi a farsi assegnare i più nuovi North American P-51D Mustang. In una delle prime missioni importanti che si vedranno finalmente affidare devono scortare una missione di bombardamento di Boeing B-17G.

Arrivano i Me-262 a reazione

I tedeschi, dal canto loro, all'inizio volano ovviamente sui Messerschmitt BF-109s. Verso la fine c'è una scena quasi interessante in cui si presentano con i Me-262 Schwalbe. Ricordo che si trattò dei primi caccia a reazione usati in combattimento. Velocissimi e pesantemente armati, avevano però una limitata autonomia e, quel che è peggio per un caccia, una scarsa manovrabilità. Sotto il velame della CG e dell'estetica da videogioco si intuisce che nello scontro fra i nostri e i nazisti in jet – scontro liberamente ispirato a uno avvenuto veramente nel marzo 1945, durante il quale furono abbattuti tre caccia a reazione tedeschi – i primi riescono appunto a sfruttare il vantaggio della manovrabilità molto migliore.

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Red Tails (Red Tails) di Anthony Hemingway (e George Lucas) con Terrence Howard, Cuba Gooding Jr., Nate Parker, David Oyelowo, USA 2012


© Daniele A. Gewurz 2021 - Pubblicato il 26.04.2021

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