01 gennaio 2021

Quindici grandi film d'aviazione

Questo è il primo post di questo blog che, come dice il suo sottotitolo, si occupa di cinema d'aviazione. Resisto alla tentazione di buttar giù belle dichiarazioni di intenti per entrare subito nel vivo.

C'è un'altra tentazione, a cui invece non resisto, e cioè quella di comporre un elenco dei film d'aviazione più rappresentativi. La mia idea originaria era di elencarne 10, ma alcuni non potevo non metterli per motivi personali o generali, altri se ne sono portati dietro altri ancora e così siamo giunti a una quindicina. Occhio, ché non sono tutti grandi film! Eccoli con, per ognuno, una brevissima spiegazione di perché l'ho incluso. Su vari di questi tornerò prossimamente.


Ali (Wings) di William A. Wellman, 1927 - Perché è il primo colossal aeronautico e il primo film nella storia degli Oscar a vincere l'Oscar. 


Gli angeli dell'inferno (Hell's Angels) di Howard Hughes, 1930 - Perché è forse il più grande colossal aviatorio della storia, per girare il quale fu allestita una piccola aeronautica da Hughes, aviatore e progettista di aerei egli stesso (tra l'altro).

Luciano Serra pilota di Goffredo Alessandrini, 1938 - Perché siamo italiani e Amedeo Nazzari non può non apparire.

Avventurieri dell'aria (Only Angels Have Wings) di Howard Hawks, 1939 - Perché Hawks, a sua volta aviatore, è forse il regista più grande qui in mezzo, e comunque questo è il mio film d'aviazione preferito.

Un pilota ritorna di Roberto Rossellini, 1942 - Perché siamo italiani e meritiamo almeno due film, soprattutto considerando che in pieno fascismo se ne giravano di neanche troppo retorici, come questo.

Cielo di fuoco (Twelve O'Clock High) di Henry King, 1949 - Perché è un gran film, teatrale e avvincente al contempo + Gregory Peck + B-17.

Prigionieri del cielo (The High and the Mighty) di William A. Wellman, 1954 - Perché è il nonno di tutti i film d'aviazione catastrofici + John Wayne.


I guastatori delle dighe (The Dam Busters) di Michael Anderson, 1955 - Perché almeno un film britannico ci vuole + Avro Lancaster.

L'aquila solitaria (The Spirit of St. Louis) di Billy Wilder, 1957 - Perché mette insieme Charles Lindbergh come personaggio e James Stewart – aviatore civile e poi militare, fino al grado di generale – come interprete.

Il volo della Fenice (The Flight of the Phoenix) di Robert Aldrich, 1965 - Perché qui ci si sporca le mani per cercare di trarre da un rottame un nuovo aereo in grado di volare + James Stewart di nuovo, e insolitamente burbero.

Tora! Tora! Tora! (Tora! Tora! Tora! / トラ・トラ・トラ) di Richard Fleischer, Toshio Masuda e Kinji Fukasaku, 1970 - Quanto meno, per la ricchezza di aerei, autentici e ricostruiti, che vi si ammirano.

Airport (Airport) di George Seaton, 1970 - Perché è il papà di tutti i film d'aviazione catastrofici.

L'aereo più pazzo del mondo (Airplane!) di David e Jerry Zucker e Jim Abrahams, 1980 - Perché è il figlio di tutti i film d'aviazione catastrofici.

Top Gun (Top Gun) di Tony Scott, 1986 - Perché non poteva non esserci, almeno per l'enorme fama che si porta dietro e per il seguito che, a distanza di 35 anni, sta per uscire + Tom Cruise, persona discutibile ma pilota nella vita vera.

Sully (Sully) di Clint Eastwood, 2016 - Perché almeno un film di questo secolo non poteva non esserci + Tom Hanks.


Ovviamente, finito l'elenco, sarei tentato di integrarlo con almeno altrettanti film, dalla Prima guerra mondiale di L'aquila e il falco alla Seconda di Arcipelago in fiamme, dal “barnstorming” di Il temerario ai primati di Uomini veri, fino a vari di Miyazaki e persino a quell'allegro circo che è Quei temerari sulle macchine volanti, e a decine di altri.


© Daniele A. Gewurz 2021 - Pubblicato il 01.01.2021

2 commenti:

  1. Mi incuriosisce Il volo della fenice. Ora lo cerco. Lu x

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    1. Come avrai visto, ora ho pubblicato un volo proprio sul Volo della Fenice (quello vero cin James Stewart, del 1965, non il remake mal fatto): https://cielidicelluloide.blogspot.com/2021/01/la-fenice-rinasce-fra-le-dune-il-volo.html

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