04 gennaio 2021

John Wayne contro i Soviet: Il pilota razzo e la bella siberiana (Jet Pilot), 1957

Snocciolato in un precedente post un elenco dei più significativi film d'aviazione, cominciamo con uno che può sembrare tutt'altro che significativo, ma che ha alcuni sorprendenti motivi di interesse.

Intanto: John Wayne! Janet Leigh! Un mucchio di aerei avanzatissimi che compiono ardite evoluzioni! Amore e spionaggio durante la guerra fredda! Che cosa può andare storto? Be'...

Si tratta di Il pilota razzo e la bella siberiana, diretto in teoria da Josef von Sternberg e uscito nel 1957. “In teoria” perché il regista di L'angelo azzurro si sbrigò a filmare la sua parte in poche settimane nel 1950, dopo di che il film languì per anni nelle mani di vari altri registi, ognuno a metterci del suo, tanto che quando uscì gli aerei mostrati rasentavano l'obsolescenza: poi ci torniamo.

Il titolo e la trama

Il titolo originale è un ben più casto Jet Pilot, mentre quello italiano, da un certo punto di vista, dice già tutto quello che c'è di interessante nel film. Certo, un jet è cosa ben diversa da un razzo, ma in realtà il protagonista, interpretato da John Wayne, si ritroverà a pilotare anche un razzo. Oltre al “pilota razzo”, ce n'è un altro, misterioso, che giunge da oltrecortina, ma che appena si toglie il casco si rivela essere una donna russa che forse sta defezionando e forse no, ma intanto ha le fattezze niente meno che di Janet Leigh.

Dal titolo siamo già passati all'inizio della trama: segue un imbarazzo quasi infantile di John Wayne nell'evitare di guardare Janet Leigh che si cambia (e anche stavolta si fa la doccia), passaggi da una parte all'altra della cortina, schermaglie, voli e avvelenamenti in un pasticcio la cui trama riesce a essere inopinatamente esile e complessissima.

Quello che rimane va visto per un certo gusto per il kitsch, oppure per gli aerei.


La locandina originaria, quella italiana e quella australiana. Agli italiani piacciono le belle donne che si svestono, agli australiani i caccia di fantasia

Gli aerei

Di aerei se ne possono ammirare molti e per una parte non irrilevante della durata del film. Innanzitutto, grazie alla collaborazione con l'USAF, c'è fin dalla prima inquadratura un tripudio di North American F-86 Sabre in gran quantità, sia in voli in formazione che nelle scene con i due protagonisti che si volteggiano attorno pilotandone uno per uno. Se ne intravedono persino due nelle vesti di ipotetici MiG.


Poi, un Lockheed T-33 Shooting Star privo degli abituali serbatoi alle estremità dell'ala interpreta l'immaginario “Yak-12” sovietico con cui la protagonista defeziona (è esistito anche un vero aereo con questo nome, ma era tutt'altra cosa, uno STOL a elica).

Inoltre: un Lockheed F-94 Starfire in una scena di un'esercitazione notturna in cui deve intercettare un Convair B-36B Peacemaker; e due Northrop F-89 Scorpion (un prototipo XF-89 e un F-89A), ma solo a terra.

L'F-94 saluta mamma B-36 dopo l'esercitazione

Altri pezzi forti devono ancora arrivare. Un Boeing B-50A interpreta un bombardiere sovietico che trasporta un parasite fighter (cioè un piccolo caccia portato in quota da un altro velivolo e poi sganciato) interpretato niente meno che da un Bell X-1.

Un B-50 privato dei contrassegni dell'USAF, sotto cui è fissato l'X-1. Lo scorta un “MiG” interpretato da un F-86. Si noti la deriva dipinta in modo da dissimularne la forma

Il Bell X-1 era l'aereo a razzo relativamente piccolo e tozzo (ma in realtà meno dell'impressione che dà vedendolo) con cui il 14 ottobre 1947 Chuck Yeager aveva per la prima volta superato la velocità del suono. La vicenda si vede (romanzata) in Uomini veri (The Right Stuff) del 1983. Ma la cosa più interessante è che l'X-1 che si vede in Il pilota razzo... è proprio lo stesso esemplare del primo volo supersonico, il 46-062 (che portava il nome Glamorous Glennis in onore della moglie di Yeager) ed è pilotato da Yeager in persona. Il volo per le riprese del film, il 12 maggio 1950, fu il cinquantacinquesimo e ultimo volo del Glamorous Glennis.

Sono interessanti anche gli aerei usati per le riprese: il B-25 “Smasher” di Paul Mantz (su cui ci sarà molto da dire in futuri post), un Martin B-57 Canberra, un B-45 Tornado (uno dei primi bombardieri a reazione).

Howard Hughes

Sorpresa, ma non troppo: un film costato un sacco, pieno di aerei e con una storia produttiva molto tormentata ha a che fare con Howard Hughes, milionario, inventore, playboy, aviatore, produttore, regista e altro (quindi un Tony Stark con vari pregi e difetti aggiuntivi).

Prodotto da Hughes, il film visse in effetti protrattissime peripezie: già abbiamo accennato ai numerosi registi che si diedero il cambio dietro la cinepresa oltre a von Sternberg, fra cui Hughes stesso, senza contare che all'inizio degli anni '50 non sarebbe stata ben vista una storia d'amore fra un pilota statunitense e una sovietica (erano per esempio gli anni del processo ai coniugi Rosenberg). Per quando Hughes fece finalmente uscire il film, gli aerei mostrati erano ormai quasi obsoleti, ma adesso possiamo goderci in pace le evoluzioni aeree che in certi momenti simboleggiano quelle fisiche dei due protagonisti (“aviation porn” quasi letteralmente).

Produttore esecutivo e sceneggiatore era Jules Furthman, frequente collaboratore di Howard Hawks.

Truffaut

Curiosamente, il film piacque molto a François Truffaut. In una recensione raccolta in Les films de ma vie, pur definendolo “antipatico perché non è ispirato da alcuna ideologia, mira semplicemente a dimostrare che l'aviazione americana è la migliore e che la vita in Russia è da incubo” (traduzione mia, qui e oltre), trova che “ciò nonostante, è un film riuscito, è un film bello”. Soddisfa le tre passioni del momento di Hughes – l'aviazione, Janet Leigh e l'anticomunismo – al punto da farne, per Truffaut, “uno dei migliori film d'aviazione realizzato finora”, cioè nel 1958. E soprattutto, sempre secondo il critico e regista francese, è un buon film perché “le scene tra Janet Leigh e John Wayne sono condotte con un'arte, un'invenzione, un'intelligenza in ogni immagine; perché l'erotismo di questo film è il più insidioso, il più sottile, il più efficace e il più raffinato che ci sia”, facendo riferimento in particolare alla scena in cui Wayne perquisisce la Leigh.

Ah, anche i francesi s'erano divertiti a dargli un titolo di fantasia: Les espions s'amusent (Le spie si divertono).

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Il pilota razzo e la bella siberiana (Jet Pilot) di Josef von Sternberg, sceneggiatura di Jules Furthman, con John Wayne, Janet Leigh, Paul Fix, Jay C. Flippen, Ivan Triesault, USA 1957


© Daniele A. Gewurz 2021 - Pubblicato il 04.01.2021

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